- Caratteri biologici e botanici
Il carciofo “Spinoso Sardo” coltivato nella bassa Valle del Coghinas è una varietà spinosa della specie Cynara cardunculus L. subsp. scolymus appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
È una pianta erbacea poliennale rizomatosa, con gemme basali dalle quali si sviluppano i carducci. Il fusto è eretto, cilindrico ramificato, d’altezza variabile tra 45 e 100 cm, robusto e striato in senso longitudinale, con foglie alterne grandi e spinose, più e meno incise. Il colore delle foglie è verde più intenso nella pagina superiore, verde più chiaro nella pagina inferiore per la presenza di peluria.
La pianta il cui portamento è piuttosto espanso, ha fusto e ramificazioni che portano in posizione terminale l’infiorescenza del tipo a capolino. Il capolino è conico e allungato, di colore verde, con ampie sfumature violetto-brunastre, con spine di colore giallo nelle brattee.
La moltiplicazione della coltura avviene per via agamica, con l’impiego prevalentemente di ovuli la cui scelta e preparazione viene attentamente eseguita da operatori locali.
La coltura compie un ciclo normale autunno-primaverile con riposo vegetativo a partire dalla tarda primavera e per tutta l’estate.
- Preparazione del terreno, impianto degli ovuli e interventi colturali.
Vengono praticate la coltura annuale e la coltura poliannuale. Nella coltura annuale, la più praticata, in tarda primavera viene eseguita un aratura profonda 40-50 cm a cui segue una fresatura a 20-25 cm. Dopo 8-10 giorni si ripetono le due lavorazioni dopodiché si pratica l’assolcatura con una distanza tra solchi di 140-150 cm. Al termine della preparazione del terreno viene sistemato l’impianto per l’irrigazione a goccia della coltura.
L’impianto della carciofaia viene eseguito nel periodo fine giugno-primi di luglio con ovuli prelevati manualmente da carciofaie con almeno un anno di età e con piante a riposo vegetativo estivo. Si tratta di gemme di grossezza diversa che si formano alla base del fusto interrato, da cui alla ripresa vegetativa hanno origine i carducci. Gli ovuli vengono distaccati dalla pianta madre e attentamente selezionati. Vengono scelti gli ovuli con una forma affusolata, a sigaro, dotati di gemme laterali e gemma apicale ben sviluppate, mentre quelli poco sviluppati o con tracce di attacchi patogeni vengono scartati. Gli ovuli tagliati ad una lunghezza di 2-5 cm, prima dell’impianto, vengono conservati in locali areati e freschi per 10-20 giorni.
Dopo l’impianto gli ovuli vengono abbondantemente irrigati fino al verificarsi di abbondanti e regolari precipitazioni, ma anche durante il periodo invernale, quando il contenuto idrico scende al di sotto del 40% dell’acqua disponibile, possono essere necessari interventi irrigui di soccorso.
Nei primi stadi della ripresa vegetativa si eseguono diverse lavorazioni al terreno o per il controllo delle infestanti o per l’interramento dei fertilizzanti in modo da permettere un rapido accrescimento delle piante. Queste emettono un certo numero di carducci in buona parte da eliminare.
Il controllo delle infestanti è di fondamentale importanza. Tra le infestanti della carciofaia c’è una lunga serie di malerbe annuali, biennali e perenni. Tra queste un ruolo di rilievo hanno le graminacee e all’acetosella. Quest’ultima infestante ha un ciclo autunno-primaverile coincidente con quello della coltura
- Raccolta
La raccolta dei capolini è scalare, ha inizio ad Ottobre per la coltura precoce e termina in Maggio con quella più tardiva, con una produzione media per pianta in condizioni ottimali di 6-8 capolini. Nel complesso una carciofaia produce da 20 a 50 mila capolini ad ettaro. La raccolta è effettuata a mano con taglio dei capolini con stelo lungo ed alcune foglie.
Per agevolare il trasporto della produzione fuori del campo ed al contempo ridurre i tempi di lavoro, si sta diffondendo l’impiego di rimorchi o carri-raccolta.
La valutazione qualitativa dei capolini viene effettuata in base alla pezzatura, alla compattezza ed alle caratteristiche di freschezza e sanità. Per il mercato fresco, molta importanza riveste la precocità di maturazione. Oltre al consumo fresco, il carciofo viene utilizzato dall’industria conserviera sia per la produzione di “carciofi al naturale”, di “carciofini sott’olio” e di “carciofi surgelati”.
E’ un ortaggio dal buon valore alimentare ed adatto ad essere preparato in una infinità di modi culinari.
Il carciofo è ricco di ferro, fibra, vitamine, sali minerali ed aminoacidi, ma anche di sostanze fenoliche che presentano proprietà benefiche per l’organismo. Ha inoltre una forte capacità antiossidante.
Le proprietà medicinali del carciofo ed il sapore amaricante degli estratti ne fanno una pianta di largo consumo anche nell’industria liquoristica e medicinale.